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Sebbene si senta talvolta "crocifisso" all'albero di se stesso, Mario Granatiero non trasmette al cuore stasi, ma movimento. E il lettore può mettersi egli stesso in cammino con Mario condividendo la sensazione piacevole di chi vagabonda tra i vicoli che restituiscono l'eco dei passi, o può librarsi sulle sue ali di "vecchio gabbiano /incrostate/di nuvole e turchese"; può camminare lungo la battigia con passo lento, in cerca del mare per compagnia, ascoltarne la voce antica e contemplarlo, in un atto di devozione. "L'amore a modo mio" racconta, insieme, del desiderio e delle difficoltà, che a volte divengono paura, di amare. Difficoltà che spesso affondano le loro radici in un passato remoto dove l'amore, quel mattone fondante e irrinunciabile per la nostra vita, ci è stato negato insieme all'accoglienza nella nostra unicità di esseri umani. È da quel rifiuto ancestrale, dalla paura e dalla convinzione di rincontrarlo in ogni nuova relazione, che desiderio e paura di amare si fronteggiano nel nostro cuore immobilizzandolo in una dolorosissima stasi.